PUNTA DELLA ROSSOLA m 2087. Slanciata e ardita è con il Pizzo Proman la meta preferita dagli alpinisti. Posta sullo spartiacque separante la Valle Ogliana dalla Val Grande dirama a nord una lunga dorsale che, attraverso la Colma Piana, la Punta Pozzolo, il Pizzo Desèn e la Testa del Parise, si spinge sino alla Testa di Menta in un susseguirsi di paesaggi dolci e deliziosi intercalati da estese praterie sul versante ovest e selvaggi boschi sul versante est. La dorsale sud, dopo aver raggiunta la Cima Saler, piega ad angolo retto, sino al Pizzo delle Pecore. La montagna alterna aspre rocce e dirupi impressionanti a pendii meno ostili e di non difficile ascesa. Nella stagione invernale offre una immagine grandiosa, alternando il facile pendio di nord-ovest, all'impressionante parete sud-est sovrastata da pencolanti cornici. Quassù si vive e si ripete la storia antica della montagna in un continuo crescendo di rocce infrante, di catini rocciosi, di schiene moreniche dove l'acqua scorre ovunque tra le gole, tra i pochi larici dai tronchi sradicati o fulminati dalle intemperie. In basso, una selva di conifere, le cui cupe ombre nascondono silenzi infiniti. Verso la Colma di Premosello, l'ondulata cresta offre un percorso facile e suggestivo e questa è la via più frequentata per chi sale da Colloro. Converrà però non salire alla Colma ma, una volta raggiunta La Motta, attraversare il torrente scendendo nel suo alveo e, lasciata a sinistra La Balma, superare il Rio Crot, un piccolo ruscello che ricava le acque chissà dove. Al bivio si abbandonerà il più marcato sentiero che sale alla Colma e, procedendo verso sinistra e rimontando un ripidissimo pendio in cui il sentiero è appena tracciato tra gli arsicci pascoli, si giungerà all'alpe Stavelli un ormai dimenticato mondo rimasto a testimoniare la fede e l'ostinazione dell'uomo. Più in alto il sentiero incontrerà quello proveniente dalla Colma e, vinto in seguito un caratteristico canaletto insinuantesi tra grigie rocce, ci depositerà al passo dell'Usciolo. Quassù si inizia l'accidentata cresta, un tempo segnata da un sentiero, che ci porterà alla vetta della Rossola. Il percorso non è difficile ma intercalato da ripidi canaloni erbosi macchiati da residui nevosi e rocce detritiche ricoperte da minute erbe. L'ultimo tratto, pur impennandosi, non offre particolari difficoltà. Due itinerari più facili e comodi, partono dall'alpe Corte in Val Ogliana. Il primo segue un sentierucolo che, oltrepassato un colletto sulla dorsale nord-ovest e passante sotto gli impressionanti dirupi dello stesso versante, va a raggiungere una bocchetta che permette di scendere in Val Grande all'alpe Quagiui. Da detta bocchetta, per rocce frammiste a erba, a tratti molto ripide e instabili, per cui occorrerà molta attenzione, si arriverà alla vetta. Il secondo ci condurrà, sempre dall'alpe Corte, alla bocchetta di Saler, posta tra l'omonima vetta e la Rossola e da qui facilmente alla vetta. L'alpe Ogliana offre anch'essa un punto di partenza per la Rossola e il suo percorso, che segue l'ampia dorsale di nord-ovest, va a terminare sulla vetta in un ripido crescendo. A puro titolo informativo diremo dell'itinerario che parte dall'alpe Balma, non nominato sulle carte e sovrastante l'alpe La Motta. Detto itinerario si sviluppa tra i ripidi canaloni del versante meridionale. E' però molto complicato e di difficile localizzazione. La roccia è però ottima. Ancora inviolata l'eccelsa parete sud-est, un susseguirsi interminabile di liscie e ripide piode perdentisi nelle aspre forre della Val Grande. Bibliografia: Valgrande di Luciano Rainoldi Libreria Giovannacci Domodossola. Spero che ti possa essere utile, buona montagna. Valter
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