A titolo informativo riporto di seguito dall’Agenzia ANSA: Morso da vipera in montagna, morto In provincia di Como, fatale choc anafilattico (ANSA) - MENAGGIO (COMO), 24 GIU - Un uomo e' morto per choc anafilattico dopo essere stato morso da una vipera nel tardo pomeriggio di oggi nei pressi di Como. Enrico Trivelli, 57 anni di Bene Lario (Como), era in con altre due persone e stava facendo un'escursione in montagna. E' stato morso a un polpaccio da una vipera e ciò gli ha causato uno choc anafilattico che gli ha fatto perdere conoscenza. E' intervenuto l'elicottero del 118: un medico gli ha prestato le prime cure, ma e' stato tutto inutile.
Le vipere aspidi che per frequenza e non per irascibilità sono gli ofidi nostrani più pericolosi, sono diffuse in pianura, in collina e in montagna fino ad un limite di altitudine sul livello del mare assai prossimo ai 3000 m. I luoghi preferiti sono quelli dove essa può vivere indisturbata dalla frequenza degli uomini e degli animali e dove può reperire il nutrimento. Elegge per abitazione una tana abbandonata d’una talpa, d’un roditore, magari sfrattando o uccidendo l’inquilino, per trascorrervi la notte allorquando la temperatura si abbassa oltre il limite della sua sopportabilità: circa 15°c. Il caldo eccessivo, oltre i 35°c, e la temperatura sotto i 15°c, sono i suoi limiti entro i quali si trova a suo agio ed è attiva. Tutti gli ofidi sono in grado di inghiottire una preda dal diametro tre volte superiore a quello del loro capo, e ciò grazie al legamento elastico che connette i due rami della mandibola. Fuori dal periodo di attività sessuale e ancora lontana dalla stagione del letargo invernale, la vipera è meno avida di prede: le basta un roditore ogni 5-6 giorni e può sopportare un digiuno completo di oltre un mese. In mancanza delle prede preferite, essa ripiega sugli ortotteri, come locuste e cavallette, già pasto abituale della sua prima infanzia. Sono estranei ai richiami di fregola i maschi giovani che non hanno ancora varcato il limite dei 4 anni e le femmine che non raggiungono il 5 anno. L’incontro segue una prassi di convenevoli costanti: prima si annusano reciprocamente, poi un fremito e un sibilo sommesso significano consenso. Strisciando quindi ambedue e il maschio si sovrappone alla femmina che si sottrae all’amplesso. Bisogna insistere una seconda, una terza volta. Quando i corpi coincidono e le 2 cloache combaciano, i 2 emipeni, a funzione contemporanea o alterna, procedono alla fecondazione. La durata è di circa un paio d’ore. La femmina tiene nel suo interno per 4 mesi le uova, che poi partorisce ad una ad una a brevi intervalli in un numero variante da 2 a 12, raramente di più. Gli ofidi possono essere vivipari, che partoriscono figli vivi, ovipari che partoriscono uova che abbisognano di incubazione, e ovovivipari, come nei viperidi, che partoriscono uova con figli compiutamente formati e che fuoriescono dal guscio tenue e trasparente a brevissima distanza dalla deposizione. Caratteri somatici Capo grosso ben distinto dal collo, schiacciato, cuoriforme, con muso rialzato. La visione radente evidenzia il profilo della prominenza, mentre l’osservazione dall’alto è più atta a rilevare la conformazione a contorno triangolare o cuoriforme della testa. Dal capo si distingue nettamente,per la strozzatura del collo, il tronco tozzo e massiccio. Negli ofidi innocui questa caratteristica non ha luogo e il collo si connette alla testa con pari dimensione. La colorazione dell’aspide è quanto mai variabile per il mimetismo ambientale, per la stagione, per l’età e la muta più o meno recente della spoglia, che è lo strato corneo che ne riveste interamente il corpo. Sulla tinta dorsale di fondo, che può essere grigio-cenere, grigio-giallastro, rossatro, arancione, brunastro, marroncino, si distingue spesso una macchiatura continua nerastra disposta in tre-quattro serie longitudinali, di cui le due centrali appaiono molto decorative. Una V alla rovescia contrassegna sovente la regione della nuca. Più uniforme e di tonalità più chiara risulta la colorazione delle parti inferiori, anche se variabili in una gamma di tinte comprese tra il brunastro e il giallognolo. Circa la lunghezza totale dell’aspide sussiste una grande varietà di giudizi. Secondo alcuni la massima lunghezza non supera i 75 cm., secondo altri gli 83 cm., secondo altri ancora gli 87 cm. Le dimensioni normali nell’aspide femmina si aggirano sui 70 cm. e nei maschi sui 65 cm. Distribuzione L’area di diffusione dell’aspide è vastissima e comprende tutta l’Europa centro-meridionale (Francia,Germania,Austria,Svizzera,Italia) . E’ diffusa in tutto il territorio italiano, anche se presente in modo assai vario, ad eccezione della Sardegna non è esistita finora alcuna specie di rettile velenoso. La possibilità di essere morsi da questi rettili e' un evento assai poco frequente. Se quindi e' scontato che dietro ogni sasso, e' altrettanto vero che questi rettili sono in aumento a causa dell'abbattimento degli uccelli predatori e quindi e' buona norma di prudenza non mettere avventatamente le mani nelle buche o nei tronchi cavi, luogo ideale per le loro tane. Se proprio il morso di questo rettile, ci riserva la fortuna della nostra passeggiata, puo' aiutare a mantenere la calma il sapere che i casi mortali sono davvero rari, probabilmente per la scarsa quantita' di veleno che il rettile riesce a inoculare ad ogni morso. Vari fattori concorrono a determinare la pericolosità del morso: le dimensioni del rettile e di conseguenza la quantita' di veleno disponibile, il tempo intercorso dall'ultima emissione di veleno, la stagione (il veleno e' piu' concentrato in primavera alla fine del letargo, quando la vipera e' anche piu' aggressiva),l'età, il peso corporeo e lo stato di salute della persona colpita, quindi col rischio maggiore per bambini e anziani. Anche la sede di inoculazione e la profondità del morso hanno la loro importanza. Non dimentichiamoci mai di indossare pantaloni lunghi, calzettoni e scarponcini alti. Il veleno della Vipera e' una miscela di diverse sostanze tossiche che agiscono sull'organismo sia a livello locale, provocando infiammazione e distruzione dei tessuti, con effetti lesivi su alcune importanti funzioni e organi (cuore, sistema nervoso, reni...). Il morso di vipera dà immediata sensazione di dolore e bruciore in corrispondenza della zona colpita dove si nota innanzitutto la presenza di due forellini distanziati di 1 cm prodotti dai denti veleniferi cui segue nel giro di pochi minuti la comparsa di gonfiore e arrossamento, dapprima localizzato a livello del morso e poi tendente ad allargarsi a tutta la zona circostante con colorazione rosso bluastra della cute. Gli effetti generali compaiono dopo circa un'ora e sono perlopiu' limitati a sensazione di malessere, mal di testa, vertiggini, nausea, vomito, dolori muscolari e articolari, ma anche, nei casi piu' gravi, calo di pressione fino al collasso, alterazione dello stato di coscenza ed emorraggie. Non dimentichiamo pero' che lo stato ansioso indotto dall'evento tende spesso ad ingigantire questi sintomi. Che cosa fare in caso di morso di vipera ? - La cosa piu' importante e' mantenere la calma, tranquillizare la vittima e sdraiarla in condizioni di riposo possibilmente in luogo fresco ed ombreggiato. - Togliere bracciali ed anelli prima che il diffondersi del gonfiore ne impedisca la fuoriuscita. - Lavare la ferita o disinfettarla, se possibile. - Fasciare l'intero arto colpito preferibilmente con una benda di tela robusta senza troppo stringere perche' si deve fermare solo la circolazione linfatica. - Immobilizzare l'arto con una doccia di cartone o con stecche realizzate con mezzi di fortuna. - Trasportare il paziente senza farlo camminare: il movimento e l'agitazione del ferito dopo il morso possono accellerare l'entrata nella circolazione sanguigna del veleno inoculato. Che cosa fare per non peggiorare la situazione: - Non si deve incidere la ferita: questa operazione puo' determinare lesioni gravi a vasi o nervi importanti. - Non succhiare la ferita - Non applicare localmente ghiaccio o soluzioni refrigeranti: la costrizione dei vasi indotta dal freddo puo' aggravare ed accellerare la distruzione locale dei tessuti. - Non applicare lacci. potreste causare danni permanenti da interruzione della circolazione. - Non usare mai il siero antivipera o antiofidico polivalente: la sua somministrazione puo' essere infatti molto piu' pericolosa dello stesso morso di vipera perche' puo' provocare reazioni gravissime e rapidamente mortali. Il suo uso e' quindi da riservare all'ospedale e solo in casi selezionati e di particolare gravità. Per finire due suggerimenti: nel caso in cui il serpente responsabile del morso sia stato ucciso, non dimenticate di portarlo in ospedale per l'identificazione, ma quando la sua presenza e' molto dubbia non lasciatevi andare a falsi allarmismi; senza il segno dei due denti nessuna vipera vi ha morso, sono solo ragni o insetti che nel bosco e nel prato sono ben piu' numerosi dai rettili. Bibliografia tratta dal sito: http://www.vallibergamasche.info/fauna/aspide.html Quest’anno si denota un’accentuata presenza di vipere documentata anche da varie immagini fotografiche riportate anche da siti dedicati all’escursionismo e montagna vedi : nelcuoredellealpi.com http://www.nelcuoredellealpi.com/Val%20Grande/Val%20Grande.html escursione alla Cima di Luarasca del 28 maggio 2006 zainoinspalla.it http://www.zainoinspalla.it/resoconti/aresoconto.asp?nome_file=/resoconti/rif_chiavenna2.652.asp&id_gita=652 escursione il giro dei 3000:tra cime,natura e storia della Valle Chiavenna del 17 giugno 2006 liboriorinaldi.it http://www.liboriorinaldi.it/AlbumForcola2/1.%20Alpe%20Piaggia/pages/image014.html escursione L’anello della Vall’Intrasca del 18 giugno 2006 Anche oggi nei pressi della mia abitazione altitudine 470 m, un amico mentre era intento nella raccolta di lamponi, ha notato un esemplare di aspide, pertanto alla luce di quanto esposto, cari amici praticanti della montagna effettuate le vostre escursioni con attenzione visto il proliferare di questi rettili, ed in particolare il pericolo è anche per i nostri fedeli amici cani, che in molte gite ci accompagnano, munitevi della siringa aspira veleno utile Kit per il morso di vipera, dalla puntura di calabrone, scorpioni, ragni, la siringa, che é dotata di un kit di boccagli in plastica di diversa foggia e grandezza, atta ad aspirare il veleno ed il sangue infettato, senza avvicinare le mucose della bocca che potrebbero avere delle screpolature o ulcere e quindi peggiorare la situazione. Il kit é composto da un "siringone con stantuffo, molto maneggevole e pratico e da quattro boccagli in plastica, lavabili e riutilizzabili all'evenienza, quindi a seconda della dimensione ed estensione del morso utilizzerete il boccaglio più idoneo. Ciao a tutti e buona montagna con attenzione. Valter
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