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Discussione:

Re:Il gatto del Basodino

Autore:

Valter Comaschi

Data/Ora:

14/06/2007 20:48:08

Questa è la risposta pubblicata  dal bisettimanale Eco Risveglio n. 49 del 14 giugno 2007 pagina 12:

Tribuna aperta.

Filodiretto «Un felino non può vivere in quelle condizioni. E poi non l'hanno rivoluto loro»

II gatto del Basodino? Ora è di città

Esce alla scoperta il presunto “rapitore” del gatto

Buongiorno, sono il famoso sci alpinista di Domodossola che ha trovato il "gatto del Basodino".
Rispondo ora pubblicamente ai ripetuti appelli, avendo comunque già provveduto a farlo attraverso altri mezzi. Il famoso gatto delle nevi ormai è diventato un gatto cittadino con tutte le comodità e libertà che un gatto di città può avere. Nessun arvicola da cacciare tra i perenni ghiacciai, nessun uccellaccio da evitare per non diventare il suo pranzo, nessuna notte all' addiaccio, nessun problema di congiuntivite dovuta al forte sole sui ghiacciai, nessun problema di ipossia dovuta all' alta quota, nessun pericolo di cadere dal dirupo, nessun alpinista che lo scambia per ciò che non è. Il gatto delle nevi, era solo un povero gatto spaesato, affamato, infreddolito e, se posso osare, anche abbandonato. Il gatto è ormai in ottime condizioni, l' ho fatto vaccinare da un veterinario che mi ha rassicurato su quanto ho fatto. Spinto dal solo buon senso, ho preso il gatto dalla cima del Basodino e l' ho portato con me per cercargli una sistemazione. Per puro caso, durante la discesa a valle, ho incontrato un gruppo di sci alpinisti che la settimana prima era passato dal rifugio Robiei. Ho riconosciuto il gatto grazie alle foto che gli hanno scattato. Saputo questo, mi sono premurato il giorno successivo di rintracciare il numero del rifugio e contattare i "padroni" del gatto. I gestori del rifugio mi hanno riferito che il gatto era già salito altre volte alla cima del Basodino (a diverse ore dal rifugio, su un ghiacciaio???) e che era partito tre giorni prima. Ho chiesto se fossero interessati a riavere il loro gatto e di tutta risposta mi hanno chiesto di portarglielo. Naturalmente ho risposto che per me era difficile tornare fino al loro rifugio, non avrei avuto il tempo. Con tono quasi scocciato, la signora mi ha riferito di non avere tempo per queste cose, e che tanto il gatto era del bambino. Premetto che non ho mai avuta molta simpatia per i felini, ma questo trovatello dal carattere così socievole mi ha rapito. Allora mi sono domandato che senso avrebbe avuto riportare il gatto a dei padroni che mi avevano detto di non aver neppure il tempo per venire a riprenderselo. Che senso avrebbe avuto saperlo in pericolo tra i ghiacciai? Che senso avrebbe avuto riportare il gatto a dei padroni che avevano terminato la telefonata senza chiedermi né nome, né numero di telefono? (E il mio nome l'avevo comunque detto a inizio telefonata, come la cortesia e la buona educazione prevedono). Per il bene del gatto, l'ho adottato, sicuro di potergli dare tutto quanto gli serve e soprattutto le dovute attenzioni.
Infine: ho nuovamente contattato i gestori del rifugio che rivendicano la proprietà del gatto. Come il signor Kappenberger faceva notare in una nostra mail, la situazione potrebbe essere vista da Domodossola come un salvataggio, ma come una "asportazione" vista dal rifugio Robiei. Non di meno il gestore ha troncato ogni possibile discussione con la frase: "Cosa interessa a lei di quello che faccio io del mio gatto, è di mia proprietà e decido io cosa farne". Di mio penso che il gatto non può essere visto come una proprietà privata, proprio perché è un essere vivente e come tale va trattato. Purtroppo si pensa che il possesso non imponga obblighi di sorta a chi possiede il bene. Ma "possedere" un gatto implica anche una responsabilità che non può essere lasciata al caso. Mi permetto di credere che un gatto debba anche essere difeso quando un suo comportamento può danneggiare se stesso o gli altri, quando può incorrere in situazioni di pericolo come nel nostro caso. Il veterinario che l'ha visitato mi ha ripetuto più volte che un gatto, a maggior ragione di sei mesi, non può vivere in un ambiente così severo, non può sopravvivere a 3.275 metri su un ghiacciaio, e questo tutti lo sanno. Tutti tranne il gestore che sembra convinto di rimettere il gatto dove stava prima di Pasqua, convinto che quello sia il posto giusto per un "gatto delle nevi".
Marco Ferrari (Domodossola)

Speriamo che i padroni del gatto possano replicare riportando, la loro versione della vicenda, peccato l’amico gatto non possa esprimersi se preferisce veramente Domodossola o Robiei!!!
Buona montagna a tutti e infiniti auguri al gatto.
Valter


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Il gatto del Basodino13/06/2007 21:05:28Valter Comaschi
     Re:Il gatto del Basodino14/06/2007 20:48:08Valter Comaschi
     Re:Il gatto del Basodino15/06/2007 10:00:56valeria

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