Caro Fabio, mi trovi d'accordo in tutto e per tutto. Io sono invece incazzatissimo con tutti quelli che saltano su a dire "e ora chi paga per tutto questo" riferendosi al recupero dei due alpinisti italiani sul Nanga Parbat. Premesso che chi dice queste cose non solo non capisce una cippa di cose di montagna ma perde occasione per star zitto e far bella figura, mi domando che senso abbia (probabilmente da parte delle stesse prsone che scrivono questa cose sui vari forum dei giornali, dove le ho lette io) parlare di valori della vita eccetera, se poi due vite vengono mercificate dal "chi paga?" come se i soldi li tirassero fuori loro poi. Questi falsi sporchi ipocriti meriterebbero di essere lasciati crepare come cani nelle lamiere delle loro macchine da 50.000 euri il giorno che magari perchè vanno a 200 all'ora si schiantano come deficienti contro un palo. Bisognerebbe chiedergli "chi paga adesso?" quando un sacco di gente è impegnata a salvargli la pelle senza farsi troppe domande. Ecco quelli di cui si dovrebbe parlare ma di cui nessuno fa mai menzione: quelli che vanno a rischiare la propria vita per salvare quella degli altri (chissà come si sentivano gli elicotteristi a 6000 metri sul Nanga col rischio che una spintarella di vento a 120 all'ora li appiccicasse alla montagna come una buccia di fico), e sicuramente il "chi paga?" è l'ultima delle loro preoccupazioni. Per la cronaca (così forse capirete questo sfogo sicuramente un po' pesante, lo riconosco): dopo aver letto tali commenti sulla tragedia del Nanga sul forum di un noto quotidiano nazionale per la prima volta in vita mia ho preso coraggio, mi sono iscritto a mia volta ed ho risposto, dicendo più o meno quello che ho detto qui. Risultato: mai visti i miei interventi pubblicati.
Saluti a tutti.
Mario