Vipere vespe e cinghiali i pericoli del cane in montagna.
Chi d'estate passa le ferie in montagna è più facile porti con sé il proprio cane rispetto a chi passa le vacanze al mare e i motivi sono evidenti. La montagna offre prati, boschi, passeggiate da fare assieme al proprio beniamino e, soprattutto nelle località alpine, c'è una maggiore disponibilità ad accettare gli animali in campeggi, alberghi e ristoranti. La montagna però, oltre all'ospitalità, offre alcune insidie cui si deve prestare attenzione. La più pericolosa in assoluto, a parte i bocconi avvelenati di cui abbiamo già scritto in un articolo recente, è il morso da parte di rettili velenosi. In Italia gli unici rettili velenosi presenti sono le vipere (grandi isole escluse). Il cane che se ne va a zonzo con il suo insaziabile naso, esplorando macchie arbusti e siepi, può disturbare a tal punto la vipera da costringerla a mettersi in posizione di difesa per poi attaccare. Molto spesso i denti si conficcano nel naso o nel muso e questo complica le cose, perché si tratta di zone dove è impossibile praticare la classica incisione a X che serve a fare uscire un po' di sangue (e di veleno). Il morso è molto doloroso peraltro e il cane si agita rendendo ulteriormente difficile tale operazione anche a livello di arti. Se la parte morsicata è una zampa si può passare un laccio a monte dei due fori lasciati dai denti della vipera, avendo l'accortezza di non stringere troppo e di allentarlo ogni 10 minuti per evitare pericolosi fenomeni di ischemia. Cercare di calmare il cane è una parola, ma, se non altro, evitargli di correre (consiglio valido anche per noi), perché l'accelerazione del battito cardiaco fa circolare più velocemente il veleno. Con i mezzi di comunicazione attuali è rarissimo non potersi recare dal veterinario entro un paio d'ore, per cui lasciate a lui la scelta dell'inoculazione del siero antiofidico che può causare reazioni anafilattiche molto più pericolose del veleno (e questo vale soprattutto nell'uomo). Un dispositivo utilissimo ma poco noto è l'Ecobyte: le sue piccole scosse elettriche interferiscono fisicamente con il veleno, ma questo è assodato per l'uomo e non per il cane. Altre insidie dei boschi sono alcuni insetti, quali vespe e calabroni. In realtà se il cane non è allergico al loro veleno se la cava con un po' di gonfiore (sempre sul muso di solito), a meno che non abbia avuto la pessima idea di acchiappare uno di questi imenotteri con la bocca. La faccenda si fa più seria perché la lingua si gonfia e impedisce la respirazione. Per questo, nelle escursioni in campagna o montagna è sempre bene portare con sé una fiala di cortisone e imparare a fare una semplice iniezione sottocutanea. Potrebbe salvargli la vita. Un'ultima annotazione, specie per chi ha cani in cui scorra il sangue degli antichi cacciatori, riguarda il pericolo di smarrire o perdere il cane che si è involato dietro un capriolo, nel folto del bosco. Potrebbe anche capitare che Fido sia attaccato da un cinghiale (di solito una femmina con i piccoli) ben nascosto. L'evento è molto raro, ma non così fantascientifico, considerata la diffusione di questi suidi selvatici nel nostro territorio. Le lesioni, in tal caso, sono talmente gravi da richiedere necessariamente il tempestivo intervento veterinario.
Bibliografia TISCALI ANIMALI di Oscar Grazioli.
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