Già mentre scrivevo pensavo all'apparente contraddizione con il mio intervento precedente. Mi spiegherò meglio.
Io credo che per le diverse zone che visitiamo nelle escursioni ci possano essere delle forme diverse di utilizzo e godimento.
Nell'"immaginario collettivo" qual è l'attrattiva della Valgrande, ciò che la caratterizza rispetto ad altri luoghi, il motivo per cui la si viene a visitare anche da lontano? La cosiddetta wilderness, con le traversate su terreni impervi e senza sentieri evidenti. Se si inziasse a fare rifugetti e a bollare sentieri ovunque, la Valgrande diventerebbe simile ad altri posti, ed uno alla fine uno invece di andare in Valgrande andrebbe altrove.
Nell'ipotetica area di pre-parco, invece, già oggi meno "selvatica" dell'area di parco esistente, si potrebbero sistemare maggiori punti d'appoggio e sentieri, per una fruizione più "turistica" e magari qualche attività produttiva tipica.
Alla Cima Sasso ci sono stato a metà ottobre, purtroppo in un giorno di gran nebbia, nella quale l'orientamento non è stato tanto semplice nonostante la logicità del percorso. Per i segnavia mancanti, è bello di tanto in tanto anche far camminate senza avere un bollo bianco-rosso ad ogni piè sospinto, e fra l'altro esistono numerosi testi che descrivono quella ed altre escursioni in zona, aiutando così a non perdersi.
Quei cippi certo servono a ben poco e lo stesso vale per quei brutti ponti in val Pogallo (anche quelli più avanti verso Pian di Boit), in effetti qualche cartello in più al loro posto sarebbe meglio, ma conoscendo i "rischi" di questi casi, quasi quasi meglio un cartello in meno, che un cartello brutto in più!