di seguito la nostra lettera in merito all'oggetto del 6 Febbraio e la relativa risposta da parte del Direttore Parco Val Grande del 14 Febbraio...tutto per Vs. opportuna conoscenza. *****-----*****-----*****-----*****
Salve,
ieri sera ho partecipato alla vostra sessione relativa al “Parco Val Grande” presso il Palazzo Flaim di Intra. Ho cercato più volte di avere la parola ma altri interventi e le vostre repliche ricche di lungaggini mi hanno costretto a lasciare la sala per motivi di trasporto (traghetto). Vorrei comunque, con questa mia, esprimere il mio pensiero, mettendo in copia anche gli amici con cui ero ieri sera e con cui frequento assiduamente le nostre stupende Montagne compresa la Val Grande. Concordo con chi ha chiesto di mettere ripetitori telefonici o forse sarebbe meglio chiedere a qualche azienda di telefonia di farlo (sarebbe anche una buona pubblicità per l’azienda stessa) perché l’emergenza o una vita umana salvata hanno un valore inestimabile. Non condivido la scusa da voi sostenuta in merito a produzione di campi elettromagnetici di cui è già piena l’aria e poi visto che già esistono per altri servizi…inoltre non condivido la proposta di distribuire radio portatili a fronte di deposito cauzionale e documento. Pensate quante persone vanno in montagna e se tutte dovessero chiedere questo servizio, quanti altri soldi dovremmo pagare ancora noi contribuenti per realizzare un “parco radio” oltre a già tutti i soldi che vengono a mio parere spesi per il “Parco Val Grande”!!! Dalle vostre parole iniziali pare che l’Ente parco sia in difficoltà e che forse presto dovrà chiudere…oso dire “speriamo”!!! Da quanto avete detto vi sono costi per :
- 15 persone dedicate per il controllo dell’ambiente (Forestale) - 10 persone in uffici - altri enti coinvolti direttamente o indirettamente - edifici vari distribuiti sul territorio - locandine - pubblicità - mega cartelloni lungo alcuni percorsi - ceppi numerati (?) lungo alcuni percorsi - ponti da fantascienza costosissimi in alcuni percorsi - ecc. ecc.
Dalle locandine e da quanto dicevate ieri sera si invogliano escursionisti a frequentare più assiduamente la Val Grande mostrando magnifiche pozze d’acqua, stupendi alpeggi ecc.ecc. poi il povero escursionista o non gli viene concesso di entrare a vedere queste bellezze o dopo avere intrapreso un percorso si ritrova dopo qualche centinaio di metri abbandonato a se stesso in quanto: - mancano segnalazioni sul percorso - mancano cartelli direzionali - mancano indicazioni delle località in cui ci si trova - manca telefonia - manca la sicurezza oggettiva sui percorsi - ecc. ecc.
Cosa pensate che serva ad un escursionista…certamente non “uffici” o “megasedi” !
Ma allora cosa cambia tra “Parco” e “Non Parco”? Almeno alcune sezioni del CAI hanno realizzato la segnaletica di molti percorsi e molti privati hanno realizzato sicurezze oggettive sui percorsi!!! Visto che siete una Azienda e come tutte le Aziende, in teoria, dovrebbero essere produttive per poter sopravvivere, mi sapreste dire quale è il valore aggiunto che il “Parco” porta al cittadino a fronte di tutti i costi di cui sopra? Visto che ieri sera dicevate che le Aziende non hanno interesse a fare operazioni in Val Grande in quanto non ci sono interessi economici, allora perché avere e “mantenere” il “Parco della Val Grande” ?…forse per riempirsi la bocca con un termine inglese “wilderness” (l’italiano “selvaggio” non è abbastanza espressivo?)… o forse perché bisogna sponsorizzare qualche “guida” della Val Grande per portare a pagamento da Cicogna a Pogallo?…a proposito di guide…ieri sera qualcuno faceva notare che le guide non dovrebbero accompagnare più di otto persone per motivi di sicurezza…ebbene io e i miei amici abbiamo visto più di una volta “guide” con 15-20 persone. Personalmente non ho niente contro le guide ma non mi vengano a chiedere, come quella guida di ieri sera, perché andiamo in montagna, …per la “wilderness” …ma mi faccia il piacere!!! Lui ci va per… SOLDI!!! Penso di non andare oltre in quanto sembrerei troppo polemico…più del dovuto! Suggerisco di verificare realtà a noi confinanti, vedi Svizzera, dove anche senza “Parchi” vi sono moltissimi escursionisti che viaggiano in sicurezza, con telefonia e con servizi di informazione eccellenti sia con precisi cartelli e indicazioni sui percorsi che cartacei oltre a tutte le altre informazioni su internet!
Per essere costruttivo, offro la disponibilità a segnalare o risegnalare i sentieri con vernice o quant’altro, previa vostra autorizzazione ed indicazione.
Tanti Auguri e distinti saluti
Flavio Cappelletti www.cappef.com webmaster@cappef.com cell: +39 335 1302362
p.s.: poiché questa la considero una lettera aperta, vi informo che qualora dovessi ricevere una vostra gradita risposta, anche se preferirei vostre azioni sul campo, è mia intenzione pubblicare il tutto sul Forum del sito www.cappef.com
Besozzo, 6 Febbraio 2007
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Gentile Signor Cappelletti, lo spirito delle serate “Val Grande istruzioni per l’uso” è proprio quello di avvicinamento e dialogo tra i fruitori del Parco che possono così confrontarsi sulle regole che il Parco deve seguire, per quanto a volte queste risultino misteriose e poco comprensibili; il tutto atto a “digerire” meglio alcune imposizioni e fruire più consapevolmente di ciò che esiste. Sono desolato delle lungaggini nelle repliche ma, non tutti hanno il dono della sintesi e, il traghetto tiranno non ha consentito il dibattito. Colgo l’occasione per rammentarle che il giorno 15 febbraio a Domodossola, il giorno 28 febbraio a Cannobio ed il giorno 06 marzo ad Omegna, ci saranno altre serate pubbliche e quindi sarà possibile addentrarsi ulteriormente nel dibattito che per tanti anni non ha potuto aver luogo.
Vengo subito al punto dei telefonini. Non possiamo spegnere i satelliti quindi i telefonini satellitari dell’ultima generazione - al contrario di quelli di qualche anno fa - funzionano benissimo tranne che nei fondovalle chiusi da due lati strettissimi; basta però salire un po’ e l’orizzonte si allarga e quindi è possibile chiedere aiuto o conversare. Non credo sia economico per le compagnie telefoniche investire in ripetitori col traffico telefonico incerto od assente: se qualcuno volesse comunque investire allora andremo a valutare se la “swildernizzazione” (e mi scusi l’uso dell’inglese) del Parco, in termini di immagine, è opportuna; tralascio per il momento le valutazioni in merito alla sfera biologica che va comunque considerato. La sopravvivenza del Parco è intimamente e strettamente legata alla sua caratteristica wilderness, tema così importante da essere stato recentemente oggetto di studi e ricerche finanziate anche dall’Unione Europea. Sinceramente mi ha un po’ deluso che nessuno abbia voluto approfondire questo aspetto che è il vero cuore del Parco, la sua parte intima, il totem, il vero laboratorio.
Concordo con Lei dell’inestimabile valore della vita umana, di tutta la Vita in genere. Non condivido invece la Sua opinione secondo cui dipinge l’escursionista medio come un incapace di condurre un semplice trekking con coscienza. L’escursionista medio della Val Grande, scarica dal sito ogni informazione utile, telefona alla sede del Parco per ricevere ulteriori dettagli e suggerimenti, scrive e-mail per capire se un certo percorso è fruibile o meno, sa leggere le cartine e le curve altimetriche e poi normalmente si porta appresso una bussola se non è capace di capire dov’è il nord ed ha l’orologio con altimetro e scopriamo che forse pochi parlano italiano piuttosto che tedesco o inglese! In alcuni casi, come noi spingiamo e vogliamo che sia, professionisti come guide alpine o le guide del parco arricchiscono la semplice passeggiata con notizie, nozioni o fatti difficili da conoscere altrimenti. Tutto questo ovviamente a pagamento! Non mi scandalizzo se qualcuno ci campa con queste cose; la Val Grande deve dare opportunità di lavoro a chiunque voglia fare il lecito dentro i suoi confini.
Riguardo la segnaletica interna, come Presidente ho trovato una rete ancora da rifinire e in alcuni luoghi incompleta. I nostri uffici, facendo miracoli e in collaborazione con l’amministrazione provinciale, per la prossima estate potranno finalmente far posare cartelli dove attualmente mancano e sostituire quelli diventati poco leggibili. Se invece interessa il mio parere, lo esprimo semplicemente dicendole che abolirei tutte le segnalazioni, per lasciare la completa libertà di assaporare un paesaggio selvatico e libero da interventi umani, come pochi rimasti in Europa. Pratico uno sport, dove viaggiare è la quint’essenza, ma nessuno decolla senza il corredo di sopravvivenza ovvero: cartina, bussola, orologio e altimetro. In Val Grande i bivacchi sono al massimo a tre ore di cammino uno dall’altro ma bisogna sapere dove sono. Uno dei “plus” della Val Grande, è appunto l’essere selvaggia, questo sarà anche la sua fonte di sostentamento attraverso aziende che potranno pubblicizzare loro stesse come sostenitrici della naturalità della zona, anteponendo il proprio prodotto rispetto a ditte concorrenti che non sostengono economicamente nessuno. Noi del Parco crediamo che questa wilderness al contrario, possa “far rendere” attraverso, ad esempio, l’offerta di un merchandising di tendenza che in altri luoghi ha già dato ragione ai Parchi.
La ringrazio per la Sua proposta di aiuto, ne prendo atto e le sono grato anticipatamente. Nello specifico, la manutenzione dei serramenti in larice dei nostri bivacchi è al limite e non abbiamo risorse immediate per la verniciatura. Ho intenzione di chiedere ad una nota fabbrica di vernici di fornircene una compatibile con l’ambiente ed efficace sul legno. Mi auguro per l’estate di averla a disposizione; quindi, se volesse fornirci la lista dei nomi di chi vorrà aiutarci, sarà nostra premura divulgare questa generosità del contribuente nei confronti degli enti che pesano sempre di più sulle nostre tasche ma hanno risorse purtroppo limitate. Grazie per gli auguri, come avrà visto per fare serate di questo genere ci vuole fegato, ma noi ne abbiamo da vendere! Alberto Actis.
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